Perchè servono i corsi di Primo Soccorso Pediatrico

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Mamma & Lavoro con il proprio staff di medici e infermieri da ormai 8 anni propone corsi di Primo Soccorso Pediatrico per insegnare ad affrontare situazioni di emergenza come il soffocamento o le manovre rianimatorie.

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In questi cinque anni abbiamo incontrato mamme, papà, baby sitter ed educatrici, e perfino tanti … nonni.

I nostri corsi si sono svolti nelle sedi più disparate, asili, nidi, farmacie, sedi comunali e aziende che ci hanno ospitato.

Ogni volta il corso Primo Soccorso Pediatrico è stato diverso dal precedente ed è stato un confronto tra docenti e partecipanti che ci hanno raccontato delle loro esperienze, dei loro timori  e infine della loro soddisfazione a fine corso, per quanto appreso.

In questi anni si sono alternati docenti diversi e lo stesso corso di Primo Soccorso Pediatrico è cambiato per adattarsi sempre di più alle esigenze dei partecipanti.

Ma perché vi raccontiamo questa cosa? Il motivo principale è per condividere con voi la soddisfazione di sapere di aver formato tante baby sitter o educatrici di nidi d’infanzia, di aver rassicurato tanti genitori e nonni e di sapere sopratutto che queste persone, oggi, sono in grado di affrontare tutte quelle situazioni di emergenza che possono coinvolgere i loro bambini.

La certezza di questa affermazione nasce dalle numerose lettere di ringraziamento che ci sono arrivate in questi anni. Ci avete detto che il Corso di Primo Soccorso Pediatrico ha lasciato un insegnamento che è stato utile nel momento del bisogno.

Tutte le persone che si sono trovate ad affrontare una situazione di emergenza (sanitaria) hanno agito correttamente, non hanno fatto errori, fornendo aiuto prima dell’arrivo dei soccorsi e dell’invio in Pronto Soccorso.

Questo per noi è un motivo di grandissima soddisfazione sapendo di aver fatto qualcosa di veramente utile e di aver aiutato così tanti bambini (e chi li aveva in cura in quei momenti)

Un ringraziamento anche a tutte le persone che hanno partecipato ai nostri corsi. La loro umanità e le loro esperienze hanno insegnato anche a noi a capire quanto sia grande il mondo dei bambini e di tutti gli adulti che ruotano attorno a loro.

francesco-luzzanaDott. Francesco Luzzana 
Medico Chirurgo Responsabile corsi di 
Primo Soccorso Pediatrico e disostruzione organizzati 
da Mamma & Lavoro


Svezzamento e pericolo soffocamento da cibo: cosa fare?

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Lo svezzamento è una tappa fondamentale nella vita di ogni bambino. Di solito avviene non prima della 17 settimana di vita e non oltre la 26. Purtroppo però nel momento in cui i nostri bambini iniziano ad alimentarsi, il soffocamento da cibo diventa un evenienza possibile che bisogna saper affrontare.

La Comunità scientifica internazionale pone indicazioni precise sull’epoca in cui è corretto cominciare lo svezzamento, ovvero l’introduzione dei primi alimenti diversi dal latte: non prima delle 17 settimane di vita non oltre le 26. Saranno le situazioni contingenti (crescita, sonno, abitudini di vita della mamma e qualità allattamento) a modulare questa scelta ma, nel momento in cui si inizieranno ad introdurre i primi alimenti la paura che il bambino possa strozzarsi e soffocare per colpa del cibo ci spaventa moltissimo.

Il soffocamento da cibo nei bambini, e durante le fasi dello svezzamento, è un evento possibile, per fortuna raro, che può essere prevenuto prima e affrontato qualora si verifichi.

Nella fase dello svezzamento ricordate due semplici concetti: il cibo semi liquido non è pericoloso, può dare tutt’al più una ostruzione parziale che il bambino sa risolvere da solo con i colpi di tosse. Il secondo concetto da tenere bene a mente è quello di non mescolare mai il cibo semi liquido con cibo solido: il bambino fa fatica a degluttire sostanza con consistenza diversa (liquidi/semiliquidi /solidi) presenti nel suo cavo orale. Quindi, per evitare il possibile soffocamento da cibo, sopratutto all’inizio dello svezzamento occorre dare separatamente i cibi semiliquidi (brodo, pappe, frullati) dai  primi alimenti solidi.

Esiste poi una lista degli alimenti da evitare in ogni modo (anche semplicemente da non lasciare a portata di mano da parte dei bambini piccoli) che vede ai primi posti: uva, pesche, ciliegie, pomodorini, olive e bocconcini di mozzarella.

Se fate caso, le tragiche notizie di soffocamento da cibo che ogni tanto si sentono riguardano spesso bambini piccoli che hanno ingerito accidentalmente questi alimenti o perché trovati sulla tavola o dati da bambini più grandi.

In caso poi che si verifichi questa tragica evenienza, la differenza la fa la conoscenza delle manovre di disostruzione pediatrica, delle quali ne abbiamo parlato più volte.



I nostri corsi a Milano e la nostra piattaforma online si rivolgono proprio a quei genitori, nonni, tate e baby sitter che intendono formarsi per poter affrontare le situazioni di emergenza come quelle generate dal soffocamento da cibo nei bambini.

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Dott. Francesco Luzzana

Da oggi il corso è anche on line!

Da oggi per chi abita lontano da Milano, è possibile partecipare al Corso di Primo Soccorso Pediatrico anche on-line utilizzando questa piattaforma

Aver cura dei bambini – Le 10 cose da sapere (e fare)

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I bambini, ciò che ci sta più a cuore, dal momento in cui nascono sino a quando diventano grandi. Noi genitori facciamo di tutto per proteggerli fare in modo che crescano sani. La cura dei bambini diventa quindi il nostro compito principale come genitori.

Ma sappiamo davvero farlo? Per quel che riguarda la loro salute sappiamo davvero come comportarci? Con l’aiuto di medici e specialisti nei vari settori, abbiamo preparato degli speciali, mirati sugli argomenti più importanti sulla cura dei bambini.

In particolare affronteremo quelle che sono le 10 cause di pericolo per la salute dei nostri bambini tentando di trovare le soluzioni migliori.

Parleremo del problema emergente dell’inquinamento che nel mondo sta facendo 570mila morti l’anno tra i bimbi con meno di 5 anni e che in italia è maggiormente rappresentato in Pianura Padana.

Affronteremo quelle che sono le principali cause di morte accidentali nei bambini piccoli (incidenti domestici e stradali, il soffocamento e l’annegamento) e ne parleremo con professionisti ( medici e infermieri di Pronto Soccorso) che ogni giorno si occupano di queste situazioni.

Svilupperemo il tema dei vaccini e della corretta alimentazione fondamentali per la crescita e  la cura dei bambini nei primi anni di vita.

In questo compito saremo aiutati da medici specialisti nei vari settori (pediatria, Igiene, pneumologia) che ci aiuteranno a capire come meglio affrontare queste problematiche riguardo la cura dei bambini.

Gli argomenti, che verranno sviluppati nei prossimi articoli sono i seguenti, per ognuno di loro troverete il link che vi condurrà alla pagina specifica.

ARGOMENTI

DESCRIZIONE

SPECIALISTA

Il 112

E’ il vostro migliore amico in caso di emergenza, vi guiderà e aiuterà a risolvere le varie situazioni di emergenza che potrebbero presentarsi improvvisamente.

Dott. Luzzana

Soffocamento

Soffocamento e ostruzione delle vie aeree. Cause e rimedi. Illustreremo come comportarsi in queste situazioni di emergenza con le manovre di disostruzione pediatrica.

Dott. Luzzana

Inquinamento

L’inquinamento dell’aria e del cibo. Forse una delle cause principali di morte e malattia per i nostri bambini. Cosa fare per proteggerli ?

Dott. ssa Bellasio – Centro Medico Euriclea

Incidenti

stradali

Gli incidenti stradali producono ogni anno più di 300 bambini feriti, molti con danni permanenti. Come evitarli? Come comportarsi in caso di incidente per soccorrere al meglio i feriti?

Dott. Luzzana

Annegamento

L’annegamento rappresenta la terza causa di morte  nei bambini sotto i 4 anni (15% mortalità) Quali le cause più comuni? Come prevenire questo pericolo?

Dott. Luzzana

Infezioni e vaccini

La mortalità infantile è crollata con l’avvento dei vaccini e il miglioramento delle condizioni igieniche eppure molti contestano il loro utilizzo. Approfondiamo l’argomento.

Dott. ssa Bellasio -Centro Medico Euriclea

Alimentazione

L’alimentazione corretta nei bambini, dallo svezzamento alla pubertà. Cosa dare loro per farli crescere in salute

Incidenti domestici

Gli incidenti domestici sono cause frequenti di lesioni o danni permanenti ai nostri bambini. Ne parliamo con chi è abituato a vederli ogni giorno

Dott. Luzzana

Ingestione corpi estranei

Ai bambini piccoli piace mettere in bocca tutto… e  a volte finisce giù! Cosa fare?
Come comportarci?

Dott.ssa Altese Medico Pronto Soccorso

SIDS

La morte in culla, LA causa più frequente di morte per i bambini tra il primo mese e l’anno di età. Ma non è così inevitabile come sembra ….

Dott. Luzzana

Inevitabilmente raccomandiamo a tutte le mamme (ma anche papà, nonni, tate e baby sitter) si seguire un corso di Primo Soccorso Pediatrico solitamente organizzati dalle croci e dei quali noi siamo fautori da ormai quasi dieci anni su Milano e provincia.

L’aver seguito uno di questi corsi vi garantisce di saper cosa fare (e non fare) in quei  minuti che precedono l’arrivo dei soccorsi organizzati dal 112.

 

Dott. Francesco Luzzana

Responsabile dei corsi di

Primo Soccorso Pediatrico

organizzati da Mamma & Lavoro

La SIDS: il vero pericolo per i nostri bambini

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Molti di voi avranno sentito parlare di SIDS o Sindrome della morte in culla, ma spesso, forse per paura, non avete approfondito l’argomento.

E’ la morte improvvisa del bambino, al di sotto dell’anno d’età, in assenza di apparenti cause scatenanti o patologie concomitanti.

Pur essendo una situazione relativamente frequente, se ne parla molto poco.

La spiegazione che mi sono dato è legata ancora una volta al problema della “percezione”. Le Mamme e i Papà hanno sempre tante paure: si preoccupano del soffocamento da corpo estraneo, delle malattie infettive, come le meningiti, dei pericoli legati agli incidenti stradali e di tutte le possibili complicanze legate alle vaccinazioni.

Pensate che tutte le situazioni sopraelencate non rappresentano neanche la metà dei casi mortali in confronto  all’incidenza della SIDS. Un altro fatto che spinge le persone a non affrontare il discorso della morte improvvisa neonatale è l’ineluttabilità e fatalità della cosa. Nella nostra cultura siamo molto fatalisti e la spiegazione che ci diamo quando capita un dramma di queste proporzioni (perché di dramma si tratta) è che era qualcosa di non prevedibile o evitabile.

Ecco, a differenza della morte in età anziana, che non si può evitare, la morte in culla è prevenibile.

Anzitutto vi sono semplici precauzioni e norme igieniche che riducono di molto il rischio:

  •  Fate dormire il bambino a pancia in su (supino). Solo questa manovra riduce del 50% l’incidenza della SIDS
  • Utilizzate un materasso rigido, senza il cuscino tradizionale
  • Non usate lenzuola di tessuti gommosi o plastificati, usate sempre lenzuola leggere, evitando il surriscaldamento del bambino
  • Non Fumate!!!!!! ( fumare in presenza del bambino o farlo soggiornare in un ambiente dove si è fumato aumenta l’incidenza della SIDS del 50%)
  • D’inverno la temperatura ambientale ideale deve essere di 18-20 C°. D’estate se avete l’aria condizionata, usatela.
  • Non fate dormire il bambino nel vostro letto!
  • Recenti ricerche dimostrano che il rischio di SIDS si riduce ulteriormente quando si offre il succhietto al neonato per farlo addormentare. Evitate di forzare il bambino se lo rifiuta. Se durante il sonno il bambino abbandona il succhietto non rimetteteglielo.
  • Vi sono poi dei bambini che hanno una predisposizione alla SIDS. In particolare quelli affetti da reflusso gastro-esofageo hanno una probabilità praticamente doppia di incorrere nella morte in culla, come pure i bambini affetti dalle apnee emozionali (ALTE) che sembrano essere maggiormente predisposti.

Questi sono i consigli che trovate su tutte le campagna informative che parlano della SIDS, ma che cosa provoca la morte in culla? Un recentissimo studio svolto da Bradley Randall, della University of South Dakota, presso la Boston Children’s Hospital ha dato una prima risposta.

La causa della SIDS è rappresentata dall’ immaturità del tronco encefalico – ove è situato il centro del respiro – di questi bambini. In particolari condizioni di ipertermia o di ipercapnia/ipossiemia (cioè tanta anidride carbonica e poco ossigeno perché stiamo respirando poco e male, ad esempio a pancia in giù) il tronco encefalico a poco a poco si assopisce ed ad un certo punto smette di inviare gli impulsi che stimolano la respirazione. Pare che l’immaturità del tronco sia documentata da una ridotta produzione di alcuni neurotrasmettitori, come ad esempio la Serotonina.

Un dosaggio quindi di queste sostanze dovrebbe essere in grado di individuare i bambini a rischio. Siamo solo all’inizio ma credo che la strada sia ormai tracciata.

Nel frattempo cosa possiamo fare?

Sensori-anti-SIDSDopo diverse riflessioni, confronti e sopratutto in base a quanto presente in letteratura, credo che i famosi sensori che rilevano i movimenti respiratori dei bambini siano un buon strumento per prevenire la SIDS. In commercio ne esistono diversi, con certificazioni più o meno affidabili. Il principio è sempre lo stesso, posti i sensori sotto il materasso ne rilevano il movimento respiratorio e mandano un’allarme quando questo è assente (a volte basta che il bambino fuoriesca dal raggio d’azione per far scattare l’allarme) Badate bene, lo scopo di questi apparecchi è quello di invitarvi ad andare a controllare che tutto sia a posto, non che il vostro bambino è in pericolo di vita! Quindi suoneranno più volte, ma meglio una volta in più che non accorgersi di niente.

A questo punto però sorge un’altro problema, qualora il bambino abbia veramente un’arresto respiratorio, sapete cosa fare?

Occorre conoscere e praticare correttamente le manovre di primo soccorso pediatrico.

Esistono numerosi corsi di primo soccorso in tutta Italia, Mamma & Lavoro organizza ormai da 4 anni corsi di Primo Soccorso Pediatrico, ma non vuole essere una auto promozione, la cosa importante è frequentarne uno, dove  possiate partecipare e provare  in prima persona, più volte, con gli appositi manichini. In questo modo rimarrà in voi la capacità di poter intervenire correttamente in tutti i casi che necessitano di una rianimazione.

A questo punto, sapendo che cosa è la SIDS, come la si può prevenire e cosa fare in caso di sua comparsa abbiamo tutte le armi per vincere questa odiosissima malattia.

Se volete approfondire ecco alcuni link:
 
Ultime novità nella ricerca scientifica
Tutto sulla SIDS
Prevenzione e buona nanna

Primo Soccorso pediatrico – il trauma cranico

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Cosa fare quando il nostro bambino cade e picchia la testa? Il Trauma Cranico e’ purtroppo una situazione frequente e spesso non sappiamo come comportarci. Il dubbio principale è se gestire la situazione a casa o se interpellare un medico andando in pronto soccorso.

Abbiamo quindi chiesto ai medici dei nostri Corsi di Primo Soccorso Pediatrico di darci qualche indicazione in merito.

Come ci dobbiamo comportare quando il notro bambino cade e picchia la testa?

Trauma cranico nel bambinoLa prima cosa da verificare è l'”entità” del trauma. Da che altezza è caduto? Su cosa ha colpito? Ha messo le manine avanti o ha picchiato la testa senza frenare la caduta? C’è il bernoccolo? Tutto questo perchè nel trauma cranico conta tantissimo l’energia cinetica dell’impatto. Un conto e cadere mentre si sta imparando a camminare (da circa 60 cm) un conto è – ad esempio – la caduta dal fasciatoio (da oltre 120 cm). Anche il tipo di pavimento ha la sua importanza, un conto il marmo o le piastrelle, un conto un tappeto o il parquet.

D’accordo, ma quando il bambino ha picchiato la testa noi cosa dobbiamo fare?

Subito dopo il trauma occorre verificare come sta il bambino. Non ha dolore? (non piange) ottimo segno! Non ci sono segni sulla zona di impatto? Buon segno, vuol dire che non vi è stato un trauma importante. C’è il bernoccolo? Questo segno ci indica che ci è stato un trauma. Contrariamente a quanto si creda, il bernoccolo non vuol dire che il trauma si “sfoga” e che quindi possiamo stare tranquille, anzi, vuol dire che il bambino ha preso una bella botta.

Se la caduta è stata importante (es. fasciatoio) attenzione a non muovere il bambino! Potrebbe esserci una concomitante lesione della colonna vertebrale. Il consiglio in questo caso è di non spostarlo (o di muovere il meno possibile il collo e la colonna) e chiamare il 118 per avere consigli su come comportarci.

Nel  caso classico di caduta con bernoccolo come ci dobbiamo comportare? Dobbiamo rivolgerci ad un  medico?

Dopo un trauma di questo tipo occorre osservare il nostro bambino per verificare che non ci siano segni di sofferenza neurologica. Occorre anzitutto osservare le pupille e verificare che siano uguali e che non cambino nel tempo. Occorre verificare poi che non vi siano atteggiamenti strani (movimenti involontari, difficoltà a parlare o riconoscere gli oggetti) o comparsa di vomito. Qualunque di questi segni nelle ore successive ad un trauma cranico, impone una valutazione medica immediata, occorre cioè chiamare il 118 e affidarsi a loro.

Pupille anisocoricheUn consiglio che diamo sempre è quello di non correre nel primo ospedale a tiro (quello vicino casa, per intenderci) perchè magari non dispone delle specialità idonee per gestire questo tipo di urgenza.

Ma il bambino deve essere tenuto sveglio?

Spesso il bambino si fa male la sera, quando è più stanco e distratto. Dopo il pianto per lo spavento e il dolore sentito, tenderà ad addormentarsi. Sarà molto difficile tenerlo sveglio. Se non ci si riesce, occorre controllare il respiro e dopo un’oretta risvegliarlo e controllare le pupille. Tale operazione dovrà essere ripetuta più volte nella notte.

Purtroppo il trauma cranico nel bambino è molto frequente e al tempo stesso, per fortuna, di solito senza conseguenze. Di questo argomento ne parliamo accuratamente nei nostri corsi rivolti a genitori e operatori che hanno a che fare con i bambini. Ne parliamo anche in questo video di Easy Baby Sky. 

Speriamo che questi consigli siano utili e vi invitiamo comunque a contattare il 118 per ogni dubbio qualora vi troviate in difficoltà.

Del Trauma Cranico ne parliamo anche su MediciItalia

Da oggi il corso è anche on line!

Mamme attenzione alla carne! Pericolo d’infezione e antibiotico resistenza

Una nuova (ed ennesima) minaccia si annida attorno a noi. Non li vediamo, ma senza accorgercene ci veniamo a contatto tutti i giorni. Inavvertitamente li ingeriamo e, senza saperlo, esponiamo tutta la nostra famiglia ad un grave pericolo, una infezione non curabile per l’antibiotico resistenza.

Quante volte, nei nostri gesti quotidiani, prepariamo la carne prima di cucinarla? Quante volte l’accompagnamo con una bella insalata? Sono gesti naturali, comuni, tramandati dai nostri genitori che però, non avevano a che fare con gli antibiotici presenti nella carne cruda.

E’ proprio da qui che parte il problema. Quando si parla di antibiotico resistenza noi pensiamo che dare troppe volte l’antibiotico ai nostri figli possa fare male, in realtà il problema è da una altra parte.

Questo problema nasce sopratutto dall’allevamento intensivo degli animali.

Per evitare che questi poveri animali, ammassati uno sull’altro, possano ammalarsi si ricorre all’utilizzo massivo di antibiotici.

Secondo l’OMS l’80% del consumo di antibiotici è nel settore dell’allevamento degli  animali ad uso alimentare. Questo è un dato impressionante. Vuol dire che si somministrano grandi quantità di antibiotici a tutti gli animali, anche a quelli sani per far si che non si ammalino.

Ma questo cosa comporta? Gli animali trattati con dosi massicce di antibiotici, fanno crescere all’interno del loro corpo, specialmente nell’intestino, dei batteri super resistenti,  in grado di resistere agli antibiotici comunemente usati.

Quando questi animali vengono macellati e preparati per la vendita, arrivano nelle nostre cucine. Noi non lo sappiamo, ma i tessuti, specialmente le interiora, sono ricchissimi di batteri antibiotico resistenti. Noi tocchiamo la carne con le nostre mani nude e con le posate da cucina. Noi non ce ne accorgiamo ma i batteri si depositano sulle nostre mani e sugli strumenti che abbiamo usato.

In un secondo momento prepariamo i contorni crudi (insalata, pane, etc)  usando le mani e  le stesse posate. Senza accorgercene, trasferiamo questi batteri sul cibo crudo.

Nel momento in cui ingeriamo gli alimenti crudi (o cotti a temperatura inferiore ai 70°C)  questi batteri entrano dentro di noi. A livello intestinale avviene il fenomeno del trasferimento genico orizzonatale. Cioè, i batteri antibiotico resistenti trasferiscono la loro resistenza agli antibiotici ai batteri presenti nel nostro intestino ed ecco che, sopratutto i bambini, sviluppano delle infezioni che non guariscono più, anche se curati con i comuni antibiotici.

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I dati sono allarmanti ma poca informazione viene fatta in merito.

L’antibiotico Resistenza provoca 25.000 decessi anno in Europa. Ma attenzione, non si tratta di persone anziane, malate o particolarmente deboli. In questi numeri ci sono gli operatori del settore alimentare, adulti e anche bambini, che muoiono per infezioni gravissime.

Dall’infografica interattiva  elaborata da EFSA e ECDC, nel nostro paese gli antibiotici ad uso umano come l’ampicillina (Augmentin per intenderci) , le tetraciline  e il sulfametossazolo  hanno oggi un effetto dimezzato rispetto a pochi anni fa.

Così come è molto elevata l’antibiotico resistenza ai ceppi di Salmonella, negli animali di allevamento a partire dai suini, fino al 44% per l’ampicillina.

Sempre secondo l’elaborazione di EFSA e da ECDC, i cittadini italiani hanno sviluppato “fino al 10% la resistenza per gli antimicrobici usati per curare la Salmonella ed è salita al 60% la resistenza agli antimicrobici criticamente importanti (fluorochinoloni e macrolidi) usati per combattere il Campylobacter coli”.  Occorre ricordare che la campilobatteriosi è la malattia veicolata da alimenti più comunemente riferita nell’UE.

L’Italia, per l’elevato utilizzo degli antibiotici nei campi alimentari, ha l’antibiotico resistenza più alte d’Europa

E ribadito già da novembre 2015,  dalla sorveglianza dell’antibiotico-resistenza dell’Istituto superiore di sanità (Ar-Iss): “In Italia la resistenza agli antibiotici si mantiene purtroppo tra le più elevate in Europa e quasi sempre al di sopra della media europea”. E  il nostro paese resta, quello, tra gli Stati membri, con il più alto consumo di antibiotici ad uso umano, con 27,5 DDD (Dose Definita Giornaliera ogni 1000 abitanti) insieme a Belgio, Francia, Cipro, Romania e Grecia, quest’ultima maglia nera con 36,1 DDD, contro una media europea di 22,4 DDD. Quasi il triplo dell’Olanda che consuma invece poco più di 10,7  DDD/die, secondo i dati elaborati dall’European Surveillance of Antimicrobial Consumption Network, (Esac-Net).

Quindi cosa dobbiamo fare?

  • Innanzitutto non toccare la carne cruda con le mani nude, usate sempre dei guanti monouso e lavate bene le mani prima e dopo la preparazione della carne.
  • Tutte le posate usate per la preparazione della carne devono essere lavate possibilmente ad almeno 60° e non usate per trattare altri alimenti
  • Preparare i prodotti alimentari in modo igienico, seguendo le cinque chiavi dell’Oms al cibo più sicuro (tenere pulito, separato e cotto, cuocere a fondo, conservare alimenti a temperature sicure, utilizzare acqua e materie prime sicure) e, per quanto possibile, scegliere cibi che sono stati prodotti senza l’uso di antibiotici per promozione della crescita o prevenzione delle malattie negli animali sani.
  • Usare solo antibiotici quando prescritti da un professionista sanitario certificato.
    Non condividere mai o utilizzare antibiotici residui.
  • Prevenire le infezioni regolarmente lavando le mani, preparando gli alimenti in modo igienico, evitando stretti contatti con i malati, praticando il sesso sicuro e mantenendo aggiornate le vaccinazioni.

Dott. Francesco Luzzana

Responsabile dei corsi di Primo Soccorso Pediatrico organizzati da Mamma & Lavoro

Tutto quello che si può fare per evitare la SIDS ai nostri bambini

Qual è la più grande preoccupazione per un genitore quando i bambini sono ancora piccoli? Perché il sonno nei bambini ci fa così paura? Cosa possiamo fare per opporci alla SIDS, la morte in culla nel lattante?

Quando si diventa genitori scopriamo una nuova preoccupazione. Mettiamo a dormire il nostro bambino e, soprattutto nei primi mesi, continuiamo a controllare se tutto stia andando bene, se il bambino stia respirando e che non ci siano problemi…

Controllare il respiro del bambino è un istinto primordiale, dettato dalla natura che però fa riferimento a un problema serio e purtroppo frequente, il problema della morte in culla (Sudden Infant Death Syndrome).

Sebbene da alcuni considerato “inevitabile” (ma non è così) la SIDS rappresenta una delle principali cause di morte entro l’anno nei bambini sani. Gli ultimi studi hanno identificato molteplici cause, purtroppo non facili da identificare. Alterazioni del battito cardiaco, alterazione della temperatura corporea, disturbi respiratori e infezioni latenti sono tutti fattori che possono scatenare una  SIDS.

Tuttavia non possiamo pensare che la morte in culla sia un evento ineluttabile. Anzi dobbiamo fare ogni sforzo per trovare tutte le soluzioni possibili. Pensate che solo il mettere il bambino in posizione supina (a pancia in su) quando dorme, ha ridotto del 50% l’incidenza delle SIDS.

In questi anni hanno avuto grande diffusione dei presidi in grado di percepire il movimento respiratorio del bambino mentre dorme e in grado di avvisarci nel momento in cui si verifica un arresto respiratorio.

Questi prodotti hanno sempre le medesime caratteristiche, sono dei tappetini messi nella culla tra materassino e bambino, in grado di percepire il movimento respiratorio e di avvisarci qualora questo si interrompa.

Tuttavia questi apparati a volte non sono posizionabili all’interno della culla o dell’ovetto oppure a volte il bambino si sposta fuoriuscendo dal campo d’azione del tappetino e facendo scattare senza motivo l’allarme.

Facendo una ricerca su Internet e su indicazione di alcune mamme che hanno frequentato i nostri corsi di primo soccorso abbiamo scoperto che esiste un prodotto innovativo. Un particolare sensore che può essere posizionato sul body del bambino in grado di percepire i movimenti respiratori e in grado di avvisarci qualora questi improvvisamente diventino assenti. 

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Questo prodotto “Snuza Hero”  prodotto e sviluppato da Snuza Inc ci ha subito colpito per le sue caratteristiche e  le sue indubbie qualità. In particolare le dimensioni lo rendono facilmente indossavi dai bambini anche più piccoli e in più il sistema di rilevazione percepisce anche i rallentamenti respiratori che a volte precedono l’insorgenza della SIDS. Infine,e non è cosa da poco conto, la versione Hero ha la caratteristica di vibrare per riattivare la coscienza del bambino e in caso la respirazione non torni normale, dare un segnale d’allarme. Snuza International Pty Ltd è una ISO 9001 & ISO 13485 compagnia certificata.

Il prodotto è disponibile su Amazon con spese di trasporto gratuite 


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Ovviamente questo apparecchio non esclude al 100% la comparsa di una SIDS ma, in base alle conoscenze attuali ci sembra un valido supporto che però deve essere associato alla conoscenza delle manovre di Primo Soccorso Pediatrico da effettuarsi immediatamente ai primi segni di arresto respiratorio nel bambino. Ecco perché consigliamo di seguire qualcuno di questi corsi o organizzati dalla Croce Rossa o dai medici di  Mamma & Lavoro (link)

Dott. Francesco Luzzana

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Corpi estranei nel naso, bocca e orecchie: cosa fare con i nostri bambini?

I nostri cuccioli sono affamati di conoscere il mondo che li circonda: esplorano, scovano, manipolano, assaggiano e, ahi noi, nascondono…

Attenzione quindi a cosa lasciamo alla loro portata, perché ogni piccolo oggetto può trasformarsi in un istante in “corpo estraneo” da cavar fuori da un nasino impertinente, da un orecchio o da una bocca sospetta e ostinatamente serrata.

Attenzione alla casa dei nonni o di chiunque non abbia una casa “a misura di bambino”, ai fratellini maggiori o ai cugini che giocano o utilizzano oggetti piccoli, “proibiti” ed attraenti.
Nella peggiore delle ipotesi quell’oggettino malefico, messo in bocca per gioco, può essere inalato, finendo in trachea, ostruire il passaggio dell’aria e soffocare il bimbo.
Questo è un evento potenzialmente mortale e deve essere affrontato con prontezza da chiunque di noi si trovi accanto ad un bambino che soffoca; pochi gesti essenziali da effettuare in sequenza in attesa dei soccorsi (118) si traducono in manovre salva-vita e sono oggetto del nostro corso di primo soccorso pediatrico.
Se invece il corpo estraneo imbocca la via della pappa e va nello stomaco, cerchiamo di capire COSA il bambino ha ingoiato, che DIMENSIONI e che FORMA ha.

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NON dobbiamo INDURRE IL VOMITO ed è meglio EVITARE di somministrare cibo e bevande, chiamiamo il 118 e raccontiamo con parole semplici e chiare: 1) quanti anni ha il bimbo; 2) come sta?  Sbava in continuazione? Si comporta stranamente? Ha il singhiozzo? Piange? Ha vomitato? Cosa ha vomitato? ; 3 ) cosa sospettiamo abbia mangiato; 4) quando pensiamo sia accaduto

Sono potenzialmente pericolosi oggetti grandi, acuminati, taglienti, metallici, di natura chimica (pile).
Tutto il resto, salvo diverse indicazioni del Pediatra di Pronto Soccorso,  con un po’ di pazienza (3/5 giorni circa), lo ritroveremo nel pannolino o nel vasino, quale premio per le ore dedicate a perlustrare con cura “le produzioni” della creatura …

E quel nasino così piccolo, cosa potrà mai nascondere? La risposta è sorprendente perché le narici sono estensibili e quelle piccole manine possono spingere nelle cavità nasali gli oggetti più disparati.

Se visibile ed accessibile, possiamo tentare di estrarre il corpo estraneo dal naso facendo reclinare il capo del bimbo (mento sul petto) ed afferrando l’oggetto saldamente tirando verso il basso.

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NON RECLINARE LA TESTA DEL BAMBINO ALL’ INDIETRO E NON SPINGERE L’ OGGETTO NEL NASO, perché potrebbe migrare nelle vie respiratorie e soffocarlo.
Se la manovra va a buon fine,  recarsi comunque dal Pediatra per un controllo, anche perché di corpi estranei dentro ce ne potrebbero essere degli altri (oh si , purtroppo!).
Se il bimbo manifesta ostruzione nasale , tranquillizziamolo ed invitiamolo a respirare a bocca aperta, finché non verrà valutato in Pronto Soccorso.
Può anche succedere che quanto pazientemente stipato su per il naso dal piccolo non venga scoperto subito e col tempo, causi dolore, sgocciolamento di muco o sangue dalla narice, malessere e febbre.
Nell’orecchio può finirci qualsiasi piccolo oggetto o, nei bambini più grandi, penne o matite. In questi ultimi casi, evitare di muovere il corpo estraneo (che essendo lungo e con una forma a punta può ledere gravemente) ed allertare il 118.
Un insetto nell’orecchio è evento estremamente raro, ma altrettanto fastidioso perché si muove. Allora, dopo aver tranquillizzato l’involontario piccolo ospite, bisogna introdurre nell’orecchio con una pipetta o una siringa senza ago dell’acqua, meglio ancora della soluzione fisiologica, tenendo la testa del bambino reclinata con l’orecchio da trattare verso l’ alto, per poi reclinarla dal lato opposto, al cessare di ogni movimento dell’indesiderato intruso.
Se siamo fortunati, con l’acqua dall’ orecchio potrebbe defluire anche l’insetto, ma val la pena comunque che il Pediatra ci butti un occhio con l’apposito strumento.

A proposito di occhio, non dimentichiamoci che anche gli occhi del nostro bambino possono nascondere corpi estranei, briciole, piccoli insetti, ciglia, peli animali, fibre di tessuto causano lacrimazione, presenza di secrezioni dense, arrossamenti, gonfiore , dolore e fastidio che i più piccoli manifestano portandosi la manina a strofinare l’occhio.

In questi casi mettersi in una zona bene illuminata, lavarsi e sciacquare accuratamente le mani (senza asciugarle poi con asciugamano), mantenere aperte le palpebre del bimbo delicatamente con indice e pollice di una mano e con l’altra istillare nell’occhio soluzione fisiologica , sollevare la palpebra superiore e ripetere il lavaggio con fisiologica e poi ripetere il lavaggio anche sollevando la palpebra inferiore, infine detergere senza strofinare con garza pulita o fazzoletto lavato e stirato e coprire l’occhio con benda oculare o fazzoletto pulito.

EVITARE contatto con COTONE IDROFILO O TESSUTO tipo lana o sintetico, non istillare COLLIRI.  Portare il bimbo dal Pediatra: sarà il medico consigliare l’eventuale accesso ad un Pronto Soccorso Oftalmico o porre indicazione ad una visita oculistica ambulatoriale.

I bambini più grandicelli possono trafiggersi gli occhi con oggetti appuntiti, che non devono essere rimossi, in attesa dell’arrivo del il 118, tempestivamente allertato.

Dott.ssa Rosalba Altese

Mamma e Medico di Pronto Soccorso

ICCS- Città Studi Milano

Emergenza 112 : il migliore amico della mamma (in caso di emergenza)

bambini-112

Il numero di telefono “Emergenza 112” è il migliore amico della mamma per affrontare una possibile situazione di emergenza.

Incidente stradale, aggressione o rapina, emergenza sanitaria, in ogni caso il numero di telefono da contattare è sempre e solo il 112.

Come ci dobbiamo comportare in caso di emergenza? Quale è la prima cosa da fare nel momento in cui i nostri bambini stanno male? Cosa può fare una mamma, spesso da sola? Come più volte spiegato nei nostri corsi di Primo Soccorso Pediatrico, la catena della sopravvivenza ci dice che, in ogni situazione di emergenza, la prima cosa da fare è chiamare il servizio “112“.

Il servizio di Emergenza 112 è il numero di telefono unico in Italia. Componendo qualsiasi numero di emergenza del passato (112, 113, 115, 118) noi entriamo in contatto con l’operatore della Centrale Operativa Unica del servizio Emergenza 112 che prende in carico la nostra chiamata, se necessario attiva una teleconferenza per la traduzione multilingue e inizia la compilazione della scheda contatto.

Il collegamento con il CED interforze del Viminale consente di raccogliere in pochissimi istanti i dati identificativi del numero chiamante (per le chiamate da telefono fisso) o la sua localizzazione (per le chiamate da telefono mobile). Quindi se anche non sapremo con esattezza dove ci troviamo, ad esempio su una strada extra urbana, in pochi secondi saremo localizzati per l’invio dei soccorsi.

Tutte le informazioni raccolte vengono inserite in una scheda elettronica; a quel punto la chiamata, corredata dalla scheda, viene trasferita alle Forze di Pubblica Sicurezza (112 e 113), alla Centrale Operativa dei Vigili del Fuoco (115) o al Soccorso Sanitario(118); viene cioè trasferita all’amministrazione competente per funzione e territorio

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Molti si domanderanno quale sia il senso di una centrale operativa prima della centrale del 118.

Lo scopo è anzitutto quello di filtrare le chiamate inappropriate (60% dei casi) e poi quello di garantire la risposta di un operatore sempre in pochi secondi (4-5 in media). L’altra cosa da sapere è che tutto il traffico telefonico e tutti i dati relativi agli eventi vengono registrati.

Una volta che abbiamo chiamato il servizio Emergenza 112 cosa succede?

In base alle vostre esigenza la centrale operativa del 118 invierà o l’ambulanza (detto mezzo base) o l’auto medica ( soccorso avanzato) per aiutarvi. E, sorpresa, guardate nella tabella sovrastante i tempi medi di soccorso: per le urgenze vere (codici gialli/rossi) i tempi medi di intervento sono di 15 minuti. In quei quindici minuti la mamma non sarà mai lasciata da sola e tramite operatore sarà assistita in ogni momento sino all’arrivo dei soccorsi.

Inevitabilmente raccomandiamo a tutte le mamme (ma anche papà, nonni, tate e baby sitter) si seguire un corso di Primo Soccorso Pediatrico solitamente organizzati dalle croci e dei quali noi siamo fautori da ormai quasi dieci anni su Milano e provincia.

L’aver seguito uno di questi corsi vi garantisce di saper cosa fare (e non fare) in quei  minuti che precedono l’arrivo dei soccorsi organizzati dal 112.

Dott. Francesco Luzzana

Responsabile dei corsi di

Primo Soccorso Pediatrico

organizzati da Mamma & Lavoro

Vaccinazione si, vaccinazione no, aiuto!!!

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I vaccini sono pericolosi? Le parole “Vaccino” e “ Vaccinazione” sono in questi giorni tra i termini più cercati su Google. Questo per l’ultimo decreto legge che impone la vaccinazione obbligatoria per tutti i bambini in Italia.

Chi legge questo articolo probabilmente avrà già cercato informazioni in merito avendo alla fine ricavato solo un gran mal di testa …

E’ incredibile, l’argomento “vaccinazioni” è il classico esempio delle due facce di una stessa medaglia: a seconda del punto di vista hai due idee completamente diverse!

Proprio per questo motivo mi sono posto il compito di fare chiarezza su questo argomento. Vi anticipo già che però una conclusione unica e assoluta non c’é.

Dalla letteratura e da quello che ci dice l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sappiamo che ogni anno nel mondo muoiono un milione e mezzo di bambini per cause prevenibili con una semplice vaccinazione.

Quasi il 40% di queste morti è dovuto al morbillo, seguito dall’hemofilus influentiae (27%), dalla pertosse (20%). Proprio il morbillo, che doveva secondo i piani essere eradicato nel 2015 dall’Europa, sta invece tornando ‘in auge’ a causa di un rallentamento sul fronte delle vaccinazioni.

vaccini-OMS

Infatti la nostra società, non vedendo più queste malattie (e le loro conseguenze) ha abbassato la guardia, esponendosi al rischio di nuove epidemie.

L’ultimo congresso di rilievo sulle vaccinazioni è stato quello del Global Vaccine Summit ad Abu Dhabi nel quale si è tracciato il Global Vaccine Action Plan con l’impegno da parte di 194 paesi aderenti, di eliminare entro il 2020 la poliomelite e garantire una copertura vaccinale minima del 90% per le principali malattie infettive per i bambini di tutto il mondo. Si è calcolato che se si riuscirà nell’intento, si potranno evitare un miliardo di malati e 20 milioni di morti entro il 2020.

Con questi dati potremmo essere tutti d’accordo sulla innegabile utilità delle vaccinazioni ma ….

Basta fare un giro su internet per scoprire che anzitutto il miglioramento delle condizioni di vita e delle stesse cure mediche, hanno ridotto la diffusione e la gravità di molte malattie infettive.

Non ha poi molto senso proteggere bambini piccolissimi da malattie che difficilmente possono contrarre, pensiamo ad esempio al tetano (ferite) o all’epatite B (trasmissione con liquidi biologici o per via sessuale).

Il problema principale però, è rappresentato non dall’antigene del vaccino (la “targa” del virus, per intenderci) ma dalle sostanze allergizzanti usate per attivare il nostro sistema immunitario e rendere efficace il vaccino somministrato. Sono senza ombra di dubbio sostanze tossiche che noi inoculiamo nel corpo dei nostri bambini (sani) . Il mercurio – usato in precedenza – è stato abolito. Oggi si usa l’alluminio (da 0,5 a 2,5 mg dose), che l’OMS ritiene non dannoso. Ma è veramente così? Dove si deposita questo metallo pesante nel nostro corpo? Alcuni studi hanno documentato la presenza di alluminio a livello intracellulare di tutte le cellule, anche quelle della linea germinale (spermatozoi e ovociti) . Il rischio quindi è quello di alterazioni genetiche trasmissibili anche ai figli dei nostri figli ?

Vi sono stati dei casi in cui poi la vaccinazione non ha protetto da infezioni endemiche (ad esempio la antitubercolare, di per se già nota essere poco protettiva) oppure casi di infezioni conclamate da vaccino.

Due punti importanti però sono stati chiariti: non vi è correlazione tra vaccinazione e Sids (morte in culla) e non vi è correlazione tra vaccinazione e autismo.

Altro argomento di discussione è quello dell’associazione di più vaccini in un unica somministrazione

Da un certo punto di vista il somministrare tutte le vaccinazioni insieme può essere vantaggioso (unica puntura, minore quantità di agente allergizzante, costi inferiori di preparazione del vaccino) ma al tempo stesso si potrebbero obiettare su alcune vaccinazioni, ad esempio quelle per il tetano o per l’epatite B, in età precoce, di scarsa utilità e sicuramente loro stesse un costo maggiore per la società (le vaccinazioni facoltative costano 114 milioni anno)

vaccinazioni bambini

Domandona: alla fine cosa è giusto fare per i nostri figli?

Credo, in base ai miei studi e alle mie conoscenze, che le vaccinazioni siano effettivamente utili anche se a volte esistono complicanze e reazioni avverse anche gravi. Purtroppo non possiamo ancora sapere quali saranno in futuro gli effetti delle sostanze allergizzanti inoculate. Tuttavia la popolazione vaccinata è essa stessa una protezione alla diffusione di tutte le malattie infettive per le quali esiste un vaccino. La bilancia quindi tende ampiamente verso i vaccini se paragonata ai rischi degli stessi.

Al di la dell’obbligo di vaccinare i bambini, cosi come previsto dalla nuova legge, la cosa migliore è una campagna di informazione corretta e dettagliata che convinca tutti sull’utilità delle vaccinazioni anche in presenza di rischi statisticamente molto inferiori.

Forse in futuro debelleremo Poliomelite, Morbillo e Pertosse. Speriamo che i nostri figli non debbano però pagare un prezzo in futuro per questo. L’industria farmaceutica quindi deve fare uno sforzo per rendere questi vaccini sempre più sicuri per noi e per i nostri bambini.

PS. Per intenderci mio figlio l’ho vaccinato con le obbligatorie e le facoltative, non l’ho vaccinato con l’antinfluenzale (come consigliato dal Ministero della Sanità)

 Dott. Francesco Luzzana – Medico chirurgo Pronto Soccorso DEA Città Studi Milano. Responsabile corsi di Primo Soccorso Pediatrico.

Storia vera

“ Dottore vorrei vaccinare mio figlio contro il Morbillo“

“ Ma non dovrebbe essere già vaccinato?”

“No, non ho mai voluto, non l’ho mai vaccinato per niente, ma adesso che ci sono stati dei brutti casi di Morbillo a scuola ho paura”

“ Sa perchè ci sono stati questi casi? Perchè altri come lei non hanno voluto vaccinare i loro figli… la mando dallo specialista, teniamo controllato suo figlio e speriamo non venga contagiato”