Perchè servono i corsi di Primo Soccorso Pediatrico

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Mamma & Lavoro con il proprio staff di medici e infermieri da ormai 8 anni propone corsi di Primo Soccorso Pediatrico per insegnare ad affrontare situazioni di emergenza come il soffocamento o le manovre rianimatorie.

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In questi cinque anni abbiamo incontrato mamme, papà, baby sitter ed educatrici, e perfino tanti … nonni.

I nostri corsi si sono svolti nelle sedi più disparate, asili, nidi, farmacie, sedi comunali e aziende che ci hanno ospitato.

Ogni volta il corso Primo Soccorso Pediatrico è stato diverso dal precedente ed è stato un confronto tra docenti e partecipanti che ci hanno raccontato delle loro esperienze, dei loro timori  e infine della loro soddisfazione a fine corso, per quanto appreso.

In questi anni si sono alternati docenti diversi e lo stesso corso di Primo Soccorso Pediatrico è cambiato per adattarsi sempre di più alle esigenze dei partecipanti.

Ma perché vi raccontiamo questa cosa? Il motivo principale è per condividere con voi la soddisfazione di sapere di aver formato tante baby sitter o educatrici di nidi d’infanzia, di aver rassicurato tanti genitori e nonni e di sapere sopratutto che queste persone, oggi, sono in grado di affrontare tutte quelle situazioni di emergenza che possono coinvolgere i loro bambini.

La certezza di questa affermazione nasce dalle numerose lettere di ringraziamento che ci sono arrivate in questi anni. Ci avete detto che il Corso di Primo Soccorso Pediatrico ha lasciato un insegnamento che è stato utile nel momento del bisogno.

Tutte le persone che si sono trovate ad affrontare una situazione di emergenza (sanitaria) hanno agito correttamente, non hanno fatto errori, fornendo aiuto prima dell’arrivo dei soccorsi e dell’invio in Pronto Soccorso.

Questo per noi è un motivo di grandissima soddisfazione sapendo di aver fatto qualcosa di veramente utile e di aver aiutato così tanti bambini (e chi li aveva in cura in quei momenti)

Un ringraziamento anche a tutte le persone che hanno partecipato ai nostri corsi. La loro umanità e le loro esperienze hanno insegnato anche a noi a capire quanto sia grande il mondo dei bambini e di tutti gli adulti che ruotano attorno a loro.

francesco-luzzanaDott. Francesco Luzzana 
Medico Chirurgo Responsabile corsi di 
Primo Soccorso Pediatrico e disostruzione organizzati 
da Mamma & Lavoro


Svezzamento e pericolo soffocamento da cibo: cosa fare?

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Lo svezzamento è una tappa fondamentale nella vita di ogni bambino. Di solito avviene non prima della 17 settimana di vita e non oltre la 26. Purtroppo però nel momento in cui i nostri bambini iniziano ad alimentarsi, il soffocamento da cibo diventa un evenienza possibile che bisogna saper affrontare.

La Comunità scientifica internazionale pone indicazioni precise sull’epoca in cui è corretto cominciare lo svezzamento, ovvero l’introduzione dei primi alimenti diversi dal latte: non prima delle 17 settimane di vita non oltre le 26. Saranno le situazioni contingenti (crescita, sonno, abitudini di vita della mamma e qualità allattamento) a modulare questa scelta ma, nel momento in cui si inizieranno ad introdurre i primi alimenti la paura che il bambino possa strozzarsi e soffocare per colpa del cibo ci spaventa moltissimo.

Il soffocamento da cibo nei bambini, e durante le fasi dello svezzamento, è un evento possibile, per fortuna raro, che può essere prevenuto prima e affrontato qualora si verifichi.

Nella fase dello svezzamento ricordate due semplici concetti: il cibo semi liquido non è pericoloso, può dare tutt’al più una ostruzione parziale che il bambino sa risolvere da solo con i colpi di tosse. Il secondo concetto da tenere bene a mente è quello di non mescolare mai il cibo semi liquido con cibo solido: il bambino fa fatica a degluttire sostanza con consistenza diversa (liquidi/semiliquidi /solidi) presenti nel suo cavo orale. Quindi, per evitare il possibile soffocamento da cibo, sopratutto all’inizio dello svezzamento occorre dare separatamente i cibi semiliquidi (brodo, pappe, frullati) dai  primi alimenti solidi.

Esiste poi una lista degli alimenti da evitare in ogni modo (anche semplicemente da non lasciare a portata di mano da parte dei bambini piccoli) che vede ai primi posti: uva, pesche, ciliegie, pomodorini, olive e bocconcini di mozzarella.

Se fate caso, le tragiche notizie di soffocamento da cibo che ogni tanto si sentono riguardano spesso bambini piccoli che hanno ingerito accidentalmente questi alimenti o perché trovati sulla tavola o dati da bambini più grandi.

In caso poi che si verifichi questa tragica evenienza, la differenza la fa la conoscenza delle manovre di disostruzione pediatrica, delle quali ne abbiamo parlato più volte.



I nostri corsi a Milano e la nostra piattaforma online si rivolgono proprio a quei genitori, nonni, tate e baby sitter che intendono formarsi per poter affrontare le situazioni di emergenza come quelle generate dal soffocamento da cibo nei bambini.

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Dott. Francesco Luzzana

Da oggi il corso è anche on line!

Da oggi per chi abita lontano da Milano, è possibile partecipare al Corso di Primo Soccorso Pediatrico anche on-line utilizzando questa piattaforma

La puntura di Medusa: come comportarsi?

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Arriva l’estate e i nostri cuccioli (ma non solo loro) si tuffano gioiosi in mare. Ecco che a rovinarci la bella giornata ci pensano loro, le meduse.

Le meduse in questi anni hanno invaso i nostri litorali verosimilmente per l’innalzamento della temperatura del mediterraneo sia per i cambiamenti dell’habitat marino.

Ed ecco che le meduse hanno preso il sopravvento…

Queste piccole, gelatinose palline galleggianti a fior d’acqua, sono munite di tentacoli coperti da microscopiche bollicine (nematocisti) piene di veleno che possono causare, nella migliore delle ipotesi, un intenso dolore e, in alcuni casi, come quello della medusa “vespa di mare” in Australia, la morte

I sintomi della puntura da medusa includono bruciore, prurito, eruzioni cutanee e papule rilevate. Gli effetti successivi ad una puntura di medusa possono includere nausea, vomito, diarrea, gonfiore dei linfonodi, dolori addominali, intorpidimento / formicolio e spasmi muscolari.

Gravi reazioni allergiche possono causare difficoltà respiratorie, coma e morte.

Una puntura di una medusa “vespa di mare” o altri tipi velenosi di meduse, può causare la morte in pochi minuti!

Cosa fare quindi nell’immediato dopo una puntura da medusa?

In tutti i casi di puntura di medusa come prima cosa occorre immergere o sciacquare la zona con l’aceto per 15-30 minuti per fermare il rilascio delle tossine da parte delle nematocisti. Se non si dispone di aceto prontamente disponibile, sciacquare in acqua di mare. Non usare acqua fresca. L’acqua dolce farà sì che le nematocisti continuino a rilasciare la loro tossina. Per lo stesso motivo, non strofinare la zona, non applicare ghiaccio o acqua fredda.

Si devono distinguere due situazioni:

Se i tentacoli sono ancora aderenti occorre rimuoverli con un bastoncino, la carta di credito o un paio di pinzette (non toccateli mai con le mani nude!) e poi applicare o l’aceto o una soluzione alcoolica al 70% in modo da inattivare le nematocisti presenti.
Se viceversa vi è stato solo il contatto allora basta applicare l’aceto
Se la zona è ricoperta di peli il consiglio è quello di applicare la crema da barba o una pasta di bicarbonato di sodio e poi radere l’area con un rasoio per rimuovere eventuali nematocisti aderenti. Quindi riapplicare aceto o alcool. La crema da barba impedisce alle nematocisti che non sono stati attivati di rilasciare le loro tossine durante la rimozione con il rasoio.

In caso di punture da medusa agli occhi, questi devono essere risciacquati con una collirio idratante o fisiologica e successivamente occorre tamponare la pelle intorno agli occhi con un asciugamano imbevuto di aceto. Non posizionare l’aceto direttamente sugli occhi.

Le punture sulla bocca devono essere trattate con 1/4 di aceto e ¾ di acqua. Fare dei gargarismi e sputare fuori la soluzione. Non bere o deglutire la soluzione poichè può contenere i residui di medusa, le tossine o le nematocisti, potendo provocare inoltre il vomito.

Quando chiamare il 118 e recarsi in Pronto Soccorso?

La puntura di medusa richiede un trattamento medico immediato se:

La persona punta ha difficoltà respiratoria, difficoltà alla deglutizione, dolore toracico o dolore intenso nella sede del sito di puntura.
La persona è stata punta in bocca (o quando i tentacoli sono finiti in bocca) e la persona manifesta cambiamenti di voce, difficoltà a deglutire, o gonfiore della lingua o delle labbra.
Nei bambini e nelle persone anziane
Se la puntura coinvolge una vasta area del corpo, il viso, o genitali.
Se il paziente continua ad avere prurito, arrossamento, dolore e gonfiore della pelle (cellulite) intorno al pungiglione
Il medico successivamente prescriverà:

  • difenidramina o altro antistaminico per contrastare il prurito,
  • farmaci antidolorifici (Ibuprofene, Paracetamolo) per il dolore
  • Steroidi Topici o steroidi per via orale per aiutare con il gonfiore e prurito.
  • Il medico può anche prescrivere antibiotici se il paziente ha la cellulite.
  • Prendete tutti i farmaci come prescritto e fino a quando tutti i sintomi non saranno scomparsi

In caso di cellulite è consigliata anche la vaccinazione antitetanica se questa non è stata effettuata negli ultimi 10 anni.

Speriamo, con questi consigli, di avervi reso più sereni… buone vacanze!!

Dott. Francesco Luzzana

(Medico Chirurgo – Dipartimento Emergenza-Urgenza e Accettazione Ospedale Città Studi ICCS Mi)

 

La SIDS: il vero pericolo per i nostri bambini

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Molti di voi avranno sentito parlare di SIDS o Sindrome della morte in culla, ma spesso, forse per paura, non avete approfondito l’argomento.

E’ la morte improvvisa del bambino, al di sotto dell’anno d’età, in assenza di apparenti cause scatenanti o patologie concomitanti.

Pur essendo una situazione relativamente frequente, se ne parla molto poco.

La spiegazione che mi sono dato è legata ancora una volta al problema della “percezione”. Le Mamme e i Papà hanno sempre tante paure: si preoccupano del soffocamento da corpo estraneo, delle malattie infettive, come le meningiti, dei pericoli legati agli incidenti stradali e di tutte le possibili complicanze legate alle vaccinazioni.

Pensate che tutte le situazioni sopraelencate non rappresentano neanche la metà dei casi mortali in confronto  all’incidenza della SIDS. Un altro fatto che spinge le persone a non affrontare il discorso della morte improvvisa neonatale è l’ineluttabilità e fatalità della cosa. Nella nostra cultura siamo molto fatalisti e la spiegazione che ci diamo quando capita un dramma di queste proporzioni (perché di dramma si tratta) è che era qualcosa di non prevedibile o evitabile.

Ecco, a differenza della morte in età anziana, che non si può evitare, la morte in culla è prevenibile.

Anzitutto vi sono semplici precauzioni e norme igieniche che riducono di molto il rischio:

  •  Fate dormire il bambino a pancia in su (supino). Solo questa manovra riduce del 50% l’incidenza della SIDS
  • Utilizzate un materasso rigido, senza il cuscino tradizionale
  • Non usate lenzuola di tessuti gommosi o plastificati, usate sempre lenzuola leggere, evitando il surriscaldamento del bambino
  • Non Fumate!!!!!! ( fumare in presenza del bambino o farlo soggiornare in un ambiente dove si è fumato aumenta l’incidenza della SIDS del 50%)
  • D’inverno la temperatura ambientale ideale deve essere di 18-20 C°. D’estate se avete l’aria condizionata, usatela.
  • Non fate dormire il bambino nel vostro letto!
  • Recenti ricerche dimostrano che il rischio di SIDS si riduce ulteriormente quando si offre il succhietto al neonato per farlo addormentare. Evitate di forzare il bambino se lo rifiuta. Se durante il sonno il bambino abbandona il succhietto non rimetteteglielo.
  • Vi sono poi dei bambini che hanno una predisposizione alla SIDS. In particolare quelli affetti da reflusso gastro-esofageo hanno una probabilità praticamente doppia di incorrere nella morte in culla, come pure i bambini affetti dalle apnee emozionali (ALTE) che sembrano essere maggiormente predisposti.

Questi sono i consigli che trovate su tutte le campagna informative che parlano della SIDS, ma che cosa provoca la morte in culla? Un recentissimo studio svolto da Bradley Randall, della University of South Dakota, presso la Boston Children’s Hospital ha dato una prima risposta.

La causa della SIDS è rappresentata dall’ immaturità del tronco encefalico – ove è situato il centro del respiro – di questi bambini. In particolari condizioni di ipertermia o di ipercapnia/ipossiemia (cioè tanta anidride carbonica e poco ossigeno perché stiamo respirando poco e male, ad esempio a pancia in giù) il tronco encefalico a poco a poco si assopisce ed ad un certo punto smette di inviare gli impulsi che stimolano la respirazione. Pare che l’immaturità del tronco sia documentata da una ridotta produzione di alcuni neurotrasmettitori, come ad esempio la Serotonina.

Un dosaggio quindi di queste sostanze dovrebbe essere in grado di individuare i bambini a rischio. Siamo solo all’inizio ma credo che la strada sia ormai tracciata.

Nel frattempo cosa possiamo fare?

Sensori-anti-SIDSDopo diverse riflessioni, confronti e sopratutto in base a quanto presente in letteratura, credo che i famosi sensori che rilevano i movimenti respiratori dei bambini siano un buon strumento per prevenire la SIDS. In commercio ne esistono diversi, con certificazioni più o meno affidabili. Il principio è sempre lo stesso, posti i sensori sotto il materasso ne rilevano il movimento respiratorio e mandano un’allarme quando questo è assente (a volte basta che il bambino fuoriesca dal raggio d’azione per far scattare l’allarme) Badate bene, lo scopo di questi apparecchi è quello di invitarvi ad andare a controllare che tutto sia a posto, non che il vostro bambino è in pericolo di vita! Quindi suoneranno più volte, ma meglio una volta in più che non accorgersi di niente.

A questo punto però sorge un’altro problema, qualora il bambino abbia veramente un’arresto respiratorio, sapete cosa fare?

Occorre conoscere e praticare correttamente le manovre di primo soccorso pediatrico.

Esistono numerosi corsi di primo soccorso in tutta Italia, Mamma & Lavoro organizza ormai da 4 anni corsi di Primo Soccorso Pediatrico, ma non vuole essere una auto promozione, la cosa importante è frequentarne uno, dove  possiate partecipare e provare  in prima persona, più volte, con gli appositi manichini. In questo modo rimarrà in voi la capacità di poter intervenire correttamente in tutti i casi che necessitano di una rianimazione.

A questo punto, sapendo che cosa è la SIDS, come la si può prevenire e cosa fare in caso di sua comparsa abbiamo tutte le armi per vincere questa odiosissima malattia.

Se volete approfondire ecco alcuni link:
 
Ultime novità nella ricerca scientifica
Tutto sulla SIDS
Prevenzione e buona nanna

Primo Soccorso pediatrico – il trauma cranico

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Cosa fare quando il nostro bambino cade e picchia la testa? Il Trauma Cranico e’ purtroppo una situazione frequente e spesso non sappiamo come comportarci. Il dubbio principale è se gestire la situazione a casa o se interpellare un medico andando in pronto soccorso.

Abbiamo quindi chiesto ai medici dei nostri Corsi di Primo Soccorso Pediatrico di darci qualche indicazione in merito.

Come ci dobbiamo comportare quando il notro bambino cade e picchia la testa?

Trauma cranico nel bambinoLa prima cosa da verificare è l'”entità” del trauma. Da che altezza è caduto? Su cosa ha colpito? Ha messo le manine avanti o ha picchiato la testa senza frenare la caduta? C’è il bernoccolo? Tutto questo perchè nel trauma cranico conta tantissimo l’energia cinetica dell’impatto. Un conto e cadere mentre si sta imparando a camminare (da circa 60 cm) un conto è – ad esempio – la caduta dal fasciatoio (da oltre 120 cm). Anche il tipo di pavimento ha la sua importanza, un conto il marmo o le piastrelle, un conto un tappeto o il parquet.

D’accordo, ma quando il bambino ha picchiato la testa noi cosa dobbiamo fare?

Subito dopo il trauma occorre verificare come sta il bambino. Non ha dolore? (non piange) ottimo segno! Non ci sono segni sulla zona di impatto? Buon segno, vuol dire che non vi è stato un trauma importante. C’è il bernoccolo? Questo segno ci indica che ci è stato un trauma. Contrariamente a quanto si creda, il bernoccolo non vuol dire che il trauma si “sfoga” e che quindi possiamo stare tranquille, anzi, vuol dire che il bambino ha preso una bella botta.

Se la caduta è stata importante (es. fasciatoio) attenzione a non muovere il bambino! Potrebbe esserci una concomitante lesione della colonna vertebrale. Il consiglio in questo caso è di non spostarlo (o di muovere il meno possibile il collo e la colonna) e chiamare il 118 per avere consigli su come comportarci.

Nel  caso classico di caduta con bernoccolo come ci dobbiamo comportare? Dobbiamo rivolgerci ad un  medico?

Dopo un trauma di questo tipo occorre osservare il nostro bambino per verificare che non ci siano segni di sofferenza neurologica. Occorre anzitutto osservare le pupille e verificare che siano uguali e che non cambino nel tempo. Occorre verificare poi che non vi siano atteggiamenti strani (movimenti involontari, difficoltà a parlare o riconoscere gli oggetti) o comparsa di vomito. Qualunque di questi segni nelle ore successive ad un trauma cranico, impone una valutazione medica immediata, occorre cioè chiamare il 118 e affidarsi a loro.

Pupille anisocoricheUn consiglio che diamo sempre è quello di non correre nel primo ospedale a tiro (quello vicino casa, per intenderci) perchè magari non dispone delle specialità idonee per gestire questo tipo di urgenza.

Ma il bambino deve essere tenuto sveglio?

Spesso il bambino si fa male la sera, quando è più stanco e distratto. Dopo il pianto per lo spavento e il dolore sentito, tenderà ad addormentarsi. Sarà molto difficile tenerlo sveglio. Se non ci si riesce, occorre controllare il respiro e dopo un’oretta risvegliarlo e controllare le pupille. Tale operazione dovrà essere ripetuta più volte nella notte.

Purtroppo il trauma cranico nel bambino è molto frequente e al tempo stesso, per fortuna, di solito senza conseguenze. Di questo argomento ne parliamo accuratamente nei nostri corsi rivolti a genitori e operatori che hanno a che fare con i bambini. Ne parliamo anche in questo video di Easy Baby Sky. 

Speriamo che questi consigli siano utili e vi invitiamo comunque a contattare il 118 per ogni dubbio qualora vi troviate in difficoltà.

Del Trauma Cranico ne parliamo anche su MediciItalia

Da oggi il corso è anche on line!

Perchè il corso di Primo Soccorso Pediatrico di Mamma & Lavoro con le manovre salvavita è diverso dagli altri

Da circa cinque anni Mamma & Lavoro propone i corsi di Primo Soccorso e manovre salvavita per dare alle mamme, papà, baby sitter o comunque tutte le persone che hanno a che fare con i bambini, la sicurezza di saper agire correttamente in caso di necessità. Ma in cosa i nostri corsi sono diversi dagli altri?


Negli ultimi cinque anni, sopratutto a Milano e a Roma, è nata una crescente attenzione ai corsi di Primo Soccorso Pediatrico.

Anche a livello politico c ‘è stata una sensibilizzazione sull’argomento con l’approvazione in Lombardia di una legge che sancisce “l’obbligo di frequentare corsi formativi di primo soccorso e manovre salvavita e  di disostruzione pediatrica per tutte le strutture, sanitarie o educative, che si occupano di minori“.

Questi corsi sono attualmente proposti da Croce Rossa o altre strutture private con modalità o gratuite o a pagamento.

Normalmente i corsi gratuiti hanno funzione di informazione: sono illustrate le manovre di disostruzione e di rianimazione e hanno lo scopo di sensibilizzare la popolazione all’importanza della conoscenza delle manovre salvavita. Tuttavia non viene data in tale sede, la possibilità di imparare singolarmente le tecniche.

I corsi formativi, nei quali si apprendono queste manovre, con l’utilizzo di appositi manichini pediatrici, sono di solito a pagamento e fanno si che i partecipanti apprendano appieno la conoscenza delle tecniche di disostruzione delle vie aeree e rianimatorie.

In tutti questi casi viene data molta importanza al problema del soffocamento dei bambini anche se i dati epidemiologici ci dimostrano che l’incidenza non è così elevata quanto si creda. Ancora una volta la percezione che si ha di un pericolo, non corrisponde a realtà, sopratutto quando poi esponiamo i nostri bambini a rischi maggiori senza neanche accorgercene.

Queste premesse si rendono necessarie per spiegare il motivo per cui il corso di Primo Soccorso Pediatrico di Mamma & Lavoro è diverso dagli altri.

Corso primo Soccorso- manovre salvavita 1

Corso Primo Soccorso- Manovre salvavita 2

Più che illustrare le manovre salvavita in se,  si vuole insegnare a chi partecipa ai nostri corsi, a gestire una situazione di emergenza o urgenza sanitaria, nella sua completezza, dall’inizio alla fine, in modo da ottenere, il miglior risultato possibile.

Proprio per questo motivo il corso è tenuto da medici ed infermieri di Pronto Soccorso, con esperienza decennale, a loro volta formati e certificati *, in modo da garantire un elevato livello di qualità in ambito formativo.

In altre parole, i docenti sono persone che vivono nella quotidianità quelli che sono gli argomenti trattati nei nostri corsi. Non solo disostruzione o manovre salvavita, ma anche urgenze sanitarie quali le convulsioni, il trauma cranico, le ferite, lo shock, etc.

Le persone che frequentano i nostri corsi ricevono una formazione sanitaria a 360°, che li rende in grado di affrontare in autonomia qualunque situazione di emergenza o urgenza sanitaria.

Per avere tutte le informazioni sui corsi potete visitare le seguenti pagine:
- La nostra pagina su Mamma & Lavoro
- La pagina Facebook dei Corsi di Primo Soccorso Pediatrico

Quindi, andando al di la della manovre salvavita in se, come dico sempre al termine dei nostri corsi, uscendo dall’aula vi direte: “ok, se succede qualcosa nella quale posso fare la differenza, io lo saprò fare” e non credo che sia poco.

Qualità, professionalità e grande empatia con chi partecipa a questi corsi,  sono gli elementi di forza che ci distinguono. I commenti e il passaparola di chi ha partecipato la nostra migliore referenza.

Un caloroso saluto

francesco-luzzanaDott. Francesco Luzzana

Coordinatore dei Corsi di Primo Soccorso di Mamma&Lavoro

* BLSD, ATLS, ALS, PALS

Da oggi il corso è anche on line!

Da oggi per chi abita lontano da Milano, è possibile partecipare al Corso di Primo Soccorso Pediatrico anche on-line utilizzando la nuova piattaforma di Mamma&Lavoro, genitorieformazione.it

Tutto quello che si può fare per evitare la SIDS ai nostri bambini

Qual è la più grande preoccupazione per un genitore quando i bambini sono ancora piccoli? Perché il sonno nei bambini ci fa così paura? Cosa possiamo fare per opporci alla SIDS, la morte in culla nel lattante?

Quando si diventa genitori scopriamo una nuova preoccupazione. Mettiamo a dormire il nostro bambino e, soprattutto nei primi mesi, continuiamo a controllare se tutto stia andando bene, se il bambino stia respirando e che non ci siano problemi…

Controllare il respiro del bambino è un istinto primordiale, dettato dalla natura che però fa riferimento a un problema serio e purtroppo frequente, il problema della morte in culla (Sudden Infant Death Syndrome).

Sebbene da alcuni considerato “inevitabile” (ma non è così) la SIDS rappresenta una delle principali cause di morte entro l’anno nei bambini sani. Gli ultimi studi hanno identificato molteplici cause, purtroppo non facili da identificare. Alterazioni del battito cardiaco, alterazione della temperatura corporea, disturbi respiratori e infezioni latenti sono tutti fattori che possono scatenare una  SIDS.

Tuttavia non possiamo pensare che la morte in culla sia un evento ineluttabile. Anzi dobbiamo fare ogni sforzo per trovare tutte le soluzioni possibili. Pensate che solo il mettere il bambino in posizione supina (a pancia in su) quando dorme, ha ridotto del 50% l’incidenza delle SIDS.

In questi anni hanno avuto grande diffusione dei presidi in grado di percepire il movimento respiratorio del bambino mentre dorme e in grado di avvisarci nel momento in cui si verifica un arresto respiratorio.

Questi prodotti hanno sempre le medesime caratteristiche, sono dei tappetini messi nella culla tra materassino e bambino, in grado di percepire il movimento respiratorio e di avvisarci qualora questo si interrompa.

Tuttavia questi apparati a volte non sono posizionabili all’interno della culla o dell’ovetto oppure a volte il bambino si sposta fuoriuscendo dal campo d’azione del tappetino e facendo scattare senza motivo l’allarme.

Facendo una ricerca su Internet e su indicazione di alcune mamme che hanno frequentato i nostri corsi di primo soccorso abbiamo scoperto che esiste un prodotto innovativo. Un particolare sensore che può essere posizionato sul body del bambino in grado di percepire i movimenti respiratori e in grado di avvisarci qualora questi improvvisamente diventino assenti. 

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Questo prodotto “Snuza Hero”  prodotto e sviluppato da Snuza Inc ci ha subito colpito per le sue caratteristiche e  le sue indubbie qualità. In particolare le dimensioni lo rendono facilmente indossavi dai bambini anche più piccoli e in più il sistema di rilevazione percepisce anche i rallentamenti respiratori che a volte precedono l’insorgenza della SIDS. Infine,e non è cosa da poco conto, la versione Hero ha la caratteristica di vibrare per riattivare la coscienza del bambino e in caso la respirazione non torni normale, dare un segnale d’allarme. Snuza International Pty Ltd è una ISO 9001 & ISO 13485 compagnia certificata.

Il prodotto è disponibile su Amazon con spese di trasporto gratuite 


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Ovviamente questo apparecchio non esclude al 100% la comparsa di una SIDS ma, in base alle conoscenze attuali ci sembra un valido supporto che però deve essere associato alla conoscenza delle manovre di Primo Soccorso Pediatrico da effettuarsi immediatamente ai primi segni di arresto respiratorio nel bambino. Ecco perché consigliamo di seguire qualcuno di questi corsi o organizzati dalla Croce Rossa o dai medici di  Mamma & Lavoro (link)

Dott. Francesco Luzzana

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Corpi estranei nel naso, bocca e orecchie: cosa fare con i nostri bambini?

I nostri cuccioli sono affamati di conoscere il mondo che li circonda: esplorano, scovano, manipolano, assaggiano e, ahi noi, nascondono…

Attenzione quindi a cosa lasciamo alla loro portata, perché ogni piccolo oggetto può trasformarsi in un istante in “corpo estraneo” da cavar fuori da un nasino impertinente, da un orecchio o da una bocca sospetta e ostinatamente serrata.

Attenzione alla casa dei nonni o di chiunque non abbia una casa “a misura di bambino”, ai fratellini maggiori o ai cugini che giocano o utilizzano oggetti piccoli, “proibiti” ed attraenti.
Nella peggiore delle ipotesi quell’oggettino malefico, messo in bocca per gioco, può essere inalato, finendo in trachea, ostruire il passaggio dell’aria e soffocare il bimbo.
Questo è un evento potenzialmente mortale e deve essere affrontato con prontezza da chiunque di noi si trovi accanto ad un bambino che soffoca; pochi gesti essenziali da effettuare in sequenza in attesa dei soccorsi (118) si traducono in manovre salva-vita e sono oggetto del nostro corso di primo soccorso pediatrico.
Se invece il corpo estraneo imbocca la via della pappa e va nello stomaco, cerchiamo di capire COSA il bambino ha ingoiato, che DIMENSIONI e che FORMA ha.

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NON dobbiamo INDURRE IL VOMITO ed è meglio EVITARE di somministrare cibo e bevande, chiamiamo il 118 e raccontiamo con parole semplici e chiare: 1) quanti anni ha il bimbo; 2) come sta?  Sbava in continuazione? Si comporta stranamente? Ha il singhiozzo? Piange? Ha vomitato? Cosa ha vomitato? ; 3 ) cosa sospettiamo abbia mangiato; 4) quando pensiamo sia accaduto

Sono potenzialmente pericolosi oggetti grandi, acuminati, taglienti, metallici, di natura chimica (pile).
Tutto il resto, salvo diverse indicazioni del Pediatra di Pronto Soccorso,  con un po’ di pazienza (3/5 giorni circa), lo ritroveremo nel pannolino o nel vasino, quale premio per le ore dedicate a perlustrare con cura “le produzioni” della creatura …

E quel nasino così piccolo, cosa potrà mai nascondere? La risposta è sorprendente perché le narici sono estensibili e quelle piccole manine possono spingere nelle cavità nasali gli oggetti più disparati.

Se visibile ed accessibile, possiamo tentare di estrarre il corpo estraneo dal naso facendo reclinare il capo del bimbo (mento sul petto) ed afferrando l’oggetto saldamente tirando verso il basso.

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NON RECLINARE LA TESTA DEL BAMBINO ALL’ INDIETRO E NON SPINGERE L’ OGGETTO NEL NASO, perché potrebbe migrare nelle vie respiratorie e soffocarlo.
Se la manovra va a buon fine,  recarsi comunque dal Pediatra per un controllo, anche perché di corpi estranei dentro ce ne potrebbero essere degli altri (oh si , purtroppo!).
Se il bimbo manifesta ostruzione nasale , tranquillizziamolo ed invitiamolo a respirare a bocca aperta, finché non verrà valutato in Pronto Soccorso.
Può anche succedere che quanto pazientemente stipato su per il naso dal piccolo non venga scoperto subito e col tempo, causi dolore, sgocciolamento di muco o sangue dalla narice, malessere e febbre.
Nell’orecchio può finirci qualsiasi piccolo oggetto o, nei bambini più grandi, penne o matite. In questi ultimi casi, evitare di muovere il corpo estraneo (che essendo lungo e con una forma a punta può ledere gravemente) ed allertare il 118.
Un insetto nell’orecchio è evento estremamente raro, ma altrettanto fastidioso perché si muove. Allora, dopo aver tranquillizzato l’involontario piccolo ospite, bisogna introdurre nell’orecchio con una pipetta o una siringa senza ago dell’acqua, meglio ancora della soluzione fisiologica, tenendo la testa del bambino reclinata con l’orecchio da trattare verso l’ alto, per poi reclinarla dal lato opposto, al cessare di ogni movimento dell’indesiderato intruso.
Se siamo fortunati, con l’acqua dall’ orecchio potrebbe defluire anche l’insetto, ma val la pena comunque che il Pediatra ci butti un occhio con l’apposito strumento.

A proposito di occhio, non dimentichiamoci che anche gli occhi del nostro bambino possono nascondere corpi estranei, briciole, piccoli insetti, ciglia, peli animali, fibre di tessuto causano lacrimazione, presenza di secrezioni dense, arrossamenti, gonfiore , dolore e fastidio che i più piccoli manifestano portandosi la manina a strofinare l’occhio.

In questi casi mettersi in una zona bene illuminata, lavarsi e sciacquare accuratamente le mani (senza asciugarle poi con asciugamano), mantenere aperte le palpebre del bimbo delicatamente con indice e pollice di una mano e con l’altra istillare nell’occhio soluzione fisiologica , sollevare la palpebra superiore e ripetere il lavaggio con fisiologica e poi ripetere il lavaggio anche sollevando la palpebra inferiore, infine detergere senza strofinare con garza pulita o fazzoletto lavato e stirato e coprire l’occhio con benda oculare o fazzoletto pulito.

EVITARE contatto con COTONE IDROFILO O TESSUTO tipo lana o sintetico, non istillare COLLIRI.  Portare il bimbo dal Pediatra: sarà il medico consigliare l’eventuale accesso ad un Pronto Soccorso Oftalmico o porre indicazione ad una visita oculistica ambulatoriale.

I bambini più grandicelli possono trafiggersi gli occhi con oggetti appuntiti, che non devono essere rimossi, in attesa dell’arrivo del il 118, tempestivamente allertato.

Dott.ssa Rosalba Altese

Mamma e Medico di Pronto Soccorso

ICCS- Città Studi Milano

Soffocamento e ostruzione vie aeree nei bambini: i 10 alimenti vietati

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Oggi parliamo di quella situazione che ci fa molta paura (ma che è in gran parte prevenibile) il soffocamento e l’ostruzione delle vie aeree.

Capiremo perché bambini sono così vulnerabili e sopratutto capiremo quali sono i cibi più pericolosi che assolutamente non devono essere dati.

Perché i bambini sono così vulnerabili soffocamento?

L’ostruzione delle vie aeree è una causa comune di lesioni permanenti o di morte nei bambini, soprattutto perché le loro vie aeree sono di piccole dimensioni e si possono ostruire facilmente.

Il bambino poi necessita di tempo per imparare a masticare e a deglutire il cibo. La deglutizione di alimenti di consistenza diversa (liquidi, semiliquidi, solidi) pur sembrando una manovra semplice, in realtà coinvolge i muscoli delle labbra, la muscolatura labio-iugale, i movimenti della mandibola, i movimenti della lingua, i muscoli del palato molle e la chiusura dell’orofaringe. Sincronizzare tutti questi muscoli non è quindi una cosa facile!

Quando poi i bambini hanno una ostruzione delle vie aeree, dopo i primi colpi di tosse, si stancano rapidamente e non possono più essere in grado di tossire in maniera sufficientemente energica per espellere l’oggetto ostruente.

Vi sono poi situazioni o condizioni di salute che aumentano il rischio di soffocamento: bambini molto piccoli, bambini che hanno disturbi della deglutizione, bambini con disturbi neuro muscolari o ritardo nello sviluppo, bambini con esiti di traumi cerebrali o semplicemente la distrazione.

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Quali sono le cause più comuni di soffocamento infantile?

Il cibo è la causa più comune di ostruzione delle vie aeree nel bambino, tuttavia anche piccoli oggetti  o parti di giocattoli, possono ricoprire un ruolo importante nel soffocamento.

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Cosa possiamo fare per evitare il soffocamento infantile?

Per evitare il l’ostruzione delle vie aeree7 si deve:

  • Introdurre correttamente i cibi solidi durante la fase dello svezzamento, partendo comunque non prima dei quattro mesi.
  • Non offrire mai cibi ad alto rischio. In particolare la carne morbida (es HotDog), formaggio morbido tagliato a pezzi (es. mozzarella), uva, uova sode, verdure crude (es carotine), pezzi di frutta che non sia tagliata a piccoli pezzi.
  • Non dare ai neonati e bambini piccoli alimenti duri come semi, noci, popcorn, o caramelle dure.
  • Altri alimenti ad alto rischio sono Marshmallow e la gomma da masticare.
  • l’American Academy of Pediatrics  raccomanda che il cibo sia tagliato in pezzi non più grandi di un centimetro
  • Occorre rimuovere i semi e i noccioli dalla frutta fresca (uva, anguria, prugne, ciliegie) prima che siano servite. I semi sono troppo piccoli per dare un soffocamento ma possono rimanere bloccati nelle vie aeree e causare una infezione secondaria
  • Occorre poi essere sempre presenti durante l’alimentazione  e non consentire al bambino di giocare, correre o camminare mentre mangia
  • Spiegare più volte il vostro bambino di masticare il cibo prima di parlare
  • Controllate anche i giocattoli dei vostri bambini. I palloncini in lattice sgonfiati o rotti sono estremamente pericolosi.

E in caso di soffocamento?

La prevenzione riduce di molto il rischio di ostruzione delle vie aeree, tuttavia questo evento non può essere escluso al 100%. E’ quindi necessario conoscere le manovre di disostruzione da applicare in caso di bisogno. Queste manovre sono semplici, facili da apprendere ed estremamente efficaci.

Il vero problema è sapere quando usarle e come gestire il soccorso nella sua globalità.

Da 7 anni Mamma & Lavoro propone i propri corsi di “Primo Soccorso Pediatrico e manovre di disostruzione“, tenuti da Medici e infermieri di Pronto Soccorso.

Per qualunque informazione visitate questa pagina.

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Il Dott. Francesco Luzzana, medico chirurgo e specialista in Chirurgia Toracica, lavora presso il  Pronto Soccorso ICCS – Istituto Clinico Città Studi di Milano. Accanto alla sua attività professionale in ospedale è anche istruttore certificato ATLS, responsabile dei corsi di Primo Soccorso e manovre di disostruzione organizzati da Mamma&Lavoro e scrive su Medicitalia.it

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Intervista al Dott. Francesco Luzzana – Coordinatore dei corsi di Pronto Soccorso Pediatrico organizzati da Mamma & Lavoro

Mamma & Lavoro, nell’ambito di eventi legati alla formazione, organizza Corsi di Pronto Soccorso Pediatrico indirizzati prevalentemente a mamme e papà, nonni, baby-sitter e operatori in strutture infantili.
Il corso di formazione vuole fornire quelle nozioni di primo soccorso atte a fronteggiare eventuali emergenze sanitarie per i bambini (di tutte le età pediatriche).
Facciamo oggi qualche domanda al Dott. Francesco Luzzana* coordinatore della formazione sanitaria di Mamma & Lavoro

La prima domanda che sorge spontanea è: “come è nata l’idea di questi corsi?”

Quando sono diventato papà ho incontrato tanti genitori che mi chiedevano consigli sul da farsi in caso di situazioni di emergenza. Per venire incontro a queste richieste organizzammo assieme ad altri colleghi un corso di Pronto Soccorso Pediatrico che ebbe un incredibile successo e venne replicato ben 8 volte in pochi mesi! Capii allora che il voler avere delle conoscenze di primo soccorso per i genitori era molto importante e, insieme a Mamma&Lavoro decidemmo di strutturare questo corso in modo da renderlo fruibile a tutti i genitori interessati.

Chi partecipa ai corsi?

In questi anni abbiamo formato non solo le mamme e i papà, ma anche Baby Sitter, educatrici e … i nonni! Credetemi, contro ogni aspettativa, sono stati i migliori!

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Ma i vostri corsi sono difficili? Come si svolgono?

Il corso di Pronto Soccorso pediatrico inizia sempre con la presentazione dei docenti e dei partecipanti. Questo serve a tutti per conoscersi e per migliorare l’interazione nel gruppo. Si inizia poi con la parte teorica nella quale sono illustrati i concetti base di emergenza, come reagire alla percezione del pericolo e della paura, la sequenza di azioni da eseguire nell’emergenza, quando e come praticare le manovre di rianimazione, quando e come praticare le manovre di distruzione e infine come comunicare con i soccorritori. Il tutto con tante slides ed esempi pratici.

Poi si fa un piccolo break (per riprendersi). Tra un caffè e un biscotto è possibile confrontarsi con gli istruttori per fare loro tutte le domande e chiarire ogni dubbio su quanto spiegato. Di solito questo è il momento per le domande personali che i genitori hanno per i loro bambini.

Dopo vi è la parte pratica, sicuramente il momento più coinvolgente del corso, nella quale i partecipanti provano più volte le manovre di rianimazione e di disostruzione, con i nostri manichini pediatrici.
In questa fase le manovre vengono ripetute fino a quando non sono eseguite correttamente da tutti i partecipanti.
Per dare maggiore sicurezza e capirne l’utilità si utilizzano scenari legati a situazioni di emergenza che si possono verificare nella vita quotidiana.

A conclusione del corso rilasciate qualcosa?

Certo, il corso si conclude sempre con l’assegnazione degli attestati di partecipazione, un DVD contenente tutte le manovre rianimatorie e di disostruzione delle vie aeree, e la dispensa in formato PDF.

Questo momento è per noi la parte più gratificante del corso: i partecipanti che erano entrati con l’ansia e la paura di non sapere cosa fare in caso di emergenza, ci salutano con il sorriso e la consapevolezza di essere in grado di poter affrontare una eventuale emergenza sanitaria.

Ok, ma spesso si teme di andare nel panico e di non riuscire a fare nulla, non è così?

Come dico sempre si pensa che in un ipotetico momento di emergenza saremo presi dal panico e non faremo nulla di utile.

Ma non è così. Questo perché nel panico finiamo quando non sappiamo cosa fare.

Chi ha frequentato il corso di pronto soccorso pediatrico saprà sempre affrontare correttamente tutte le situazioni di emergenza sanitaria prima dell’arrivo dei soccorsi. E badate bene, non solo le manovre di disostruzione ma anche la gestione completa delle emergenza.

A riprova di tutto ciò, la testimonianza recente di una mamma, che ha saputo gestire una emergenza su suo figlio (stava soffocando per un corpo estraneo) quando tutti in famiglia erano incapaci di fare qualcosa di sensato. Questa per noi è stata una grandissima soddisfazione!

Brrr….! Ci vengono i brividi a pensare a queste cose… Ma, ultima domanda, in caso che un bambino stia male, cosa si deve fare?

estensione-capoPremetto, i nostri corsi non spaventano ma anzi rassicurano tantissimo. Cosa fare? Poche e semplici cose:

Chiamare sempre e subito il 118 e affidarsi completamente a loro (in quei momenti non si è lucidi e quindi si deve avere fiducia su chi ti può aiutare)
Non muovere mai un traumatizzato
• Se si tratta di un malore sdraiare la persona
• Se incosciente, estendere delicatamente il capo (è una manovra importantissima!)
• Se non respira iniziare la rianimazione (guardate i nostri video su Youtube)

…..paura?

Si! Come faccio a venire ai vostri corsi?

Mi spiace, ma è solo perché non si conoscono queste manovre. Una volta che si sa cosa fare la paura passa, e come guidare… Comunque per avere tutte le informazioni visitate mammaelavoro.it alla pagina formazione. Un saluto a tutte le lettrici di Mamma & Lavoro.

* Chirurgo Toracico, lavora presso il DEA dell’ ICCS Città Studi di Milano, ATLS Instructor,  certificato PBLS e BLS-D e responsabile dei corsi di Primo Soccorso Pediatrico di Mamma & Lavoro.

 

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Da oggi il corso è anche on line!

Da oggi per chi abita lontano da Milano, è possibile partecipare al Corso di Primo Soccorso Pediatrico anche on-line utilizzando la nuova piattaforma di Mamma&Lavoro, Il Club della Formazione

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